Pubbliredazionale Quando il progetto è piccolo, ma la storia è grande - moovcomunicazione.it
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C’è chi si trattiene dal comunicare un progetto perché “troppo locale”, “senza grandi numeri”, “non notiziabile”. Ma se il progetto ha fatto la differenza, perché non dargli voce? L’impatto non si misura solo in numeri. Si può raccontare una trasformazione, evidenziare un modello replicabile, valorizzare il contesto in cui tutto ha preso forma. Comunicare un progetto piccolo non significa ingigantirlo, ma renderlo visibile nel modo giusto. In questo articolo, ti mostriamo come farlo — con dati, voci e format semplici da replicare.


3 narrazioni alternative al “grande impatto”

Non tutti i progetti generano numeri alti, ma tutti possono generare valore percepito. Basta cambiare lente narrativa.

1. L’impatto trasformativo individuale. Anziché misurare il valore solo in termini quantitativi (“quante persone hanno partecipato”), si può raccontare come è cambiata la vita anche solo di una persona. Un laboratorio che ha aiutato una madre a trovare lavoro, una micro-biblioteca che ha creato relazioni in un quartiere fragile: sono storie potenti, perché autentiche e memorabili.

2. L’effetto prototipo. Un progetto può avere un impatto ridotto, ma funzionare come modello replicabile. Valorizzarlo come “prova di fattibilità”, come format testato su piccola scala ma con potenziale di espansione, dà dignità all’esperienza e invita altre realtà a ispirarsi. Questo approccio è molto apprezzato da enti pubblici, fondazioni, imprese con CSR.

3. La rilevanza contestuale. Un’iniziativa può essere piccola a livello assoluto, ma grande a livello locale o simbolico. Ad esempio, un progetto culturale che riattiva un luogo abbandonato può non raggiungere grandi masse, ma ridare identità a una comunità. Comunicarlo bene significa valorizzare il contesto: ciò che per molti è “poco”, in quel territorio è tantissimo.

 

Micro-dati, testimonianze, contesto: la triade della narrazione efficace

Quando i numeri non bastano, servono altri strumenti narrativi:

• Micro-dati. Usare anche dati piccoli, ma significativi: “8 donne su 10 hanno completato il percorso”, “il 100% degli studenti ha riportato miglioramento nel clima classe”. Non servono numeri gonfiati: serve saperli leggere.

• Testimonianze dirette.  Una citazione ben raccolta può valere più di un report. Dare spazio alle voci dei beneficiari o degli operatori restituisce verità e coinvolgimento.

• Contesto. Inserire il progetto nel suo ecosistema. Dire dove è nato, da quale esigenza, in risposta a quale vuoto. Il progetto non esiste nel vuoto: esiste in un tessuto, ed è lì che mostra la sua forza.


Strategie narrative per un impatto misurabile

Nel racconto dei progetti a bassa scala, la narrazione strategica non è un abbellimento, ma una leva concreta per la sostenibilità e la replicabilità. MOOV Comunicazione ha sperimentato con successo modelli narrativi fondati su micro-dati e testimonianze qualificate, dimostrando che anche senza metriche elevate si può comunicare valore percepito e accountability. La sfida ora è integrare queste tecniche nei piani editoriali delle PA e delle organizzazioni, spostando il focus dalla quantità all’intenzionalità del racconto.



Mini-case e format replicabili

Ecco alcuni format comunicativi semplici ma efficaci per valorizzare anche progetti piccoli:

• “Una storia, un impatto”. Raccontare un volto, un caso, un prima/dopo concreto.
• “Tre cose che abbiamo imparato”. Usare il progetto come spunto di riflessione condivisa (utile anche per fondazioni e PA).
• “Lo rifaremo perché…”. Una breve pillola con ciò che ha funzionato e può essere replicato altrove.
• “Cosa succede quando…”. Introdurre il racconto con una domanda trasformativa e guidare il lettore nell’esperienza.
• Infografica narrativa. Anche con 3 numeri si può creare una visualizzazione d’impatto: meglio pochi dati ben raccontati che tanti inutili.

Un progetto non è “piccolo” se ha migliorato anche solo una vita. È compito della comunicazione rendergli giustizia. MOOV aiuta enti e realtà locali a trovare la voce giusta per farlo.


Questo contributo è ispirato a un approfondimento pubblicato sul nostro sito. MOOV Comunicazione.

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