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Giugno 2025 ci restituisce un quadro netto: la domanda elettrica cresce in modo significativo, sospinta da temperature record, mentre il sistema produttivo deve fare i conti con un mix energetico in continua evoluzione. L’incremento dei consumi – +7,4% rispetto a giugno 2024 – non è un’eccezione climatica, ma un segnale strutturale che impone nuove scelte operative e strategiche. In questo scenario, la crescita del fotovoltaico e degli accumuli energetici non è più un’opzione tecnica, ma una risposta concreta a un fabbisogno che cambia. Per le imprese e le pubbliche amministrazioni, capire questi numeri significa ripensare i modelli di approvvigionamento e gestione dell’energia con strumenti nuovi e approcci più integrati.
Domanda elettrica: il clima estremo cambia le regole
La correlazione tra temperature elevate e consumo elettrico diventa sempre più rilevante. Oggi, ogni grado in più oltre i 27 °C comporta un aumento stimato di oltre 2.000 MW di potenza richiesta. Questo significa che ondate di calore come quella verificatasi nell’ultima settimana di giugno, con valori medi giornalieri superiori di quattro gradi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, generano picchi di carico significativi e potenzialmente critici per il sistema elettrico.
Il dato risulta particolarmente rilevante se considerato al netto dell’effetto temperatura: anche depurando la variabile climatica, infatti, la domanda elettrica risulta in aumento (+1%) rispetto a giugno 2024, a parità di giorni lavorativi. Si tratta quindi di una tendenza strutturale, non solo stagionale.
A livello territoriale, l’incremento è stato omogeneo ma con differenze significative: +8,9% al Nord, +6,3% al Centro e +4,9% al Sud e nelle Isole. Questo conferma che il fenomeno ha una portata nazionale e coinvolge trasversalmente le diverse aree industriali e produttive del Paese.
L’industria energivora rallenta: segnali di attenzione
A fronte di una domanda complessiva in aumento, si registra un dato in controtendenza nei consumi delle imprese energivore. I settori ad alto assorbimento energetico – come metalli non ferrosi, chimica, cementifici, siderurgia e cartaria – mostrano un calo dei consumi, mentre risultano in lieve crescita comparti come alimentare, meccanica, mezzi di trasporto, ceramiche e vetrarie. Questo potrebbe essere sintomo di una contrazione selettiva dell’attività industriale in settori ad alta intensità energetica, potenzialmente legata alla volatilità dei prezzi o alla necessità di ottimizzare i processi produttivi.
Anche l’indice dei consumi elettrici delle PMI e dei servizi mostra un calo, segnalando che la pressione sul sistema riguarda tanto i grandi consumatori quanto le realtà più piccole, che spesso non dispongono di strumenti di gestione energetica avanzati.
Il fotovoltaico raggiunge nuovi record
Di fronte a questa domanda crescente, il fotovoltaico ha confermato il proprio ruolo centrale nella transizione energetica. A giugno 2025 la produzione da fonte solare ha raggiunto il valore record di 5,7 TWh, con un incremento del 36,7% rispetto a giugno 2024. Un risultato determinato sia dall’aumento dell’irraggiamento solare sia dal significativo incremento della capacità installata, che nei primi sei mesi dell’anno ha superato i 2.800 MW aggiuntivi.
Nel complesso, nel primo semestre del 2025 la produzione fotovoltaica ha superato i 22 TWh, con una crescita del 23,1% su base annua. Questo valore rappresenta il 34,5% dell’intera produzione da fonti rinnovabili e si avvicina ormai ai livelli dell’idroelettrico, da sempre dominante nel mix rinnovabile italiano.
Va però segnalato che, nonostante il contributo del solare, la quota di domanda coperta dalle rinnovabili a giugno si è ridotta al 48,5% (era 52,4% l’anno prima), a causa del calo della produzione idroelettrica (-22,8%) ed eolica (-7,9%). A crescere è anche la fonte termica (+6,3%), a testimonianza del fatto che l’equilibrio del sistema resta fragile e soggetto a fluttuazioni, anche stagionali.
Sistemi di accumulo: da opzione a necessità
Un dato estremamente rilevante riguarda la diffusione dei sistemi di accumulo. Al 30 giugno 2025 risultano installati in Italia circa 815.000 sistemi, per una potenza complessiva pari a 6.750 MW e una capacità di accumulo di 16.411 MWh. Rispetto allo stesso periodo del 2024, si tratta di un incremento del 69,3%.
L’accumulo si conferma quindi uno strumento fondamentale per assorbire la variabilità della produzione rinnovabile e per garantire continuità e stabilità al sistema elettrico, soprattutto in un contesto in cui i picchi di domanda sono sempre più legati a eventi climatici estremi.
Fotovoltaico e accumulo: verso una nuova geografia dell’energia
La crescita record della capacità installata e dei sistemi di accumulo indica un cambiamento nella geografia dell’energia, sempre più policentrica e reattiva. In questo scenario, attori come Solexpert operano come intermediari tecnici e culturali, supportando la diffusione di modelli produttivi basati su generazione locale e gestione intelligente dei carichi. La sostenibilità si traduce in infrastruttura, ma anche in competenze. Se il trend continuerà, sarà interessante osservare come evolveranno le relazioni tra rete centrale, produttori distribuiti e territori.
Come rispondere a questi scenari: il ruolo dell’autoproduzione e della gestione intelligente dell’energia
Per le imprese e le pubbliche amministrazioni, questi dati confermano la necessità di rivedere le proprie strategie energetiche. In particolare, si stanno affermando quattro direttrici operative:
1. Autoproduzione fotovoltaica con accumulo, dimensionata sulla base dei profili di consumo reali, per ridurre i prelievi in fascia oraria costosa e contenere l’esposizione ai picchi estivi.
2. Partecipazione a comunità energetiche rinnovabili, per valorizzare l’autoconsumo collettivo e favorire l’efficienza energetica in ambito locale.
3. Adozione di strumenti di energy management, in grado di monitorare, prevedere e ottimizzare i consumi anche in base alle condizioni climatiche e alla stagionalità.
4. Accesso a bandi e incentivi pubblici, che oggi supportano in modo concreto gli investimenti in fonti rinnovabili, accumuli, efficienza e digitalizzazione.
Investire in un impianto fotovoltaico non è più solo una scelta ambientale, ma una vera e propria strategia industriale. La riduzione dei costi energetici, la protezione contro l’instabilità del mercato e la valorizzazione dei surplus tramite sistemi di accumulo rendono l’autoproduzione una leva decisiva per la competitività.
Solexpert supporta le imprese in questo percorso attraverso soluzioni chiavi in mano per impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo, dallo studio di prefattibilità fino alla realizzazione e alla manutenzione. Un approccio completo, pensato per accompagnare ogni azienda verso un modello energetico più sostenibile, efficiente e autonomo.
Questo contributo è ispirato a un approfondimento pubblicato da sul nostro sito. Solexpert - fotovoltaico facile.
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