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Nel carcere di Biella, un giovane tunisino di 31 anni, trasferito a Biella per motivi di sicurezza dalla casa circondariale di Alessandria, si è tolto la vita impiccandosi con le stringhe dei lacci delle scarpe.

Questo drammatico incidente segue una serie di segnalazioni preoccupanti legate al comportamento del giovane durante la sua detenzione ad Alessandria. In quel contesto, aveva manifestato il suo disagio salendo sul tetto della casa circondariale, esprimendo chiaramente la sua frustrazione: "Sono stanco di cambiare carcere".

Il Garante dei Detenuti, Bruno Mellano, ha inviato due lettere formali alle autorità competenti. La prima è stata indirizzata al Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria, mentre la seconda è stata destinata al presidio sanitario di Biella. Nelle lettere, Mellano ha cercato di capire quale presa in carico fosse stata effettuata nei confronti del detenuto e ha chiesto alle due autorità di confrontarsi e collaborare per prevenire futuri incidenti simili.

Questa tragica storia evidenzia la necessità di una maggiore comunicazione tra le varie istituzioni coinvolte nella gestione delle carceri e sottolinea la criticità del sistema penitenziario piemontese. Nel corso dell'anno, sono stati segnalati cinque suicidi nelle carceri della regione, di cui tre donne a Torino, un uomo a Torino e uno a Biella.

Questi numeri allarmanti sono in linea con gli anni precedenti e dimostrano l'urgenza di istituire un presidio psicologico all'interno delle carceri. Questo è uno dei temi centrali che è stato discusso in una recente conferenza a Torino, a cui hanno partecipato tutti i Garanti Regionali. L'obiettivo è quello di migliorare le condizioni dei detenuti, garantendo loro un adeguato supporto psicologico per affrontare le difficoltà legate alla detenzione e prevenire situazioni tragiche come quella avvenuta a Biella.

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