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Un oscuro scenario di illegalità e corruzione ha scosso il carcere di Biella, portando all'esecuzione di 56 misure cautelari a carico di altrettanti indagati nell'ambito di un'inchiesta avviata nel giugno del 2019 e che ha portato alla luce una rete intricata di traffico di droga e corruzione, coinvolgendo anche sei agenti di polizia penitenziaria.

L'indagine, condotta dalla squadra mobile, ha rivelato che all'interno del penitenziario avveniva un traffico di droga su vasta scala: hashish, cocaina, farmaci oppioidi e anabolizzanti fluivano liberamente all'interno delle mura del carcere. Secondo le autorità, circa il 90 per cento dei carcerati erano coinvolti nell'uso di sostanze stupefacenti.

Le accuse nei confronti degli indagati sono gravi e variano dall'introduzione e cessione di droga fino alla corruzione, ricettazione e falsificazione di atti pubblici. In particolare, sei agenti di polizia penitenziaria sono stati coinvolti nel giro illecito e per tre di loro sono scattati gli arresti domiciliari.

Gli inquirenti avrebbero scoperto che gli agenti compiacenti sarebbero stati corrisposti compensi che variavano dai 600 ai 1500 euro a seconda della quantità e della tipologia di sostanza introdotta all'interno del carcere. Il traffico di droga avveniva in diversi modi tra cui l'uso di pacchi postali, i colloqui tra detenuti e parenti, e persino il lancio di droga dal muro di cinta dell'istituto.

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