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Nell'ambito dell'inchiesta sullo spaccio di stupefacenti presso le case ATC di corso Racconigi, un triste capitolo si è chiuso con pene patteggiate che variano da 1 anno a 4 anni e 6 mesi per i protagonisti coinvolti a seguito del blitz che il 31 marzo scorso aveva portato all'arresto di nove persone, tra i quali molti giovani, con l'accusa di traffico di stupefacenti e detenzione di armi.

Questa mattina, il giudice per le indagini preliminari Luca Fidelio ha accolto le richieste di patteggiamento. Solamente uno degli indagati ha scelto il rito abbreviato: è stato assolto per mancanza di prove della sua partecipazione all'associazione criminale, avendo già scontato integralmente la pena inflitta per reati minori ed è stato rilasciato alla fine di agosto.

Le pene più pesanti sono state riservate ai due fratelli considerati i principali responsabili dell'organizzazione di spaccio e che rimangono detenuti. Inizialmente, la Procura aveva contestato l'associazione finalizzata al traffico di droga, ma successivamente è stata riqualificata come associazione semplice, tenendo conto delle quantità di stupefacenti commercializzate e del volume d'affari del gruppo. Questa riqualificazione ha aperto la strada alla possibilità di patteggiare le pene.

L'inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, ha preso il via a seguito di un tragico suicidio avvenuto nel giugno 2021. A sei mesi dalla prima iscrizione, un'operazione congiunta delle forze dell'ordine aveva smantellato il gruppo operativo all'interno del condominio di Cenisia, sequestrando oltre 30 chili di hashish, 250 grammi di cocaina, 200 grammi di marijuana, due pistole (tra cui una Beretta con 7 cartucce) e una carabina. Sia le armi che la droga erano state stoccate nell'edificio, dove sono state trovate dagli agenti, e sarebbero state affidate alla custodia di uno degli imputati, successivamente assolto dall'accusa di appartenenza a un'associazione criminale.

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