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"I vostri colleghi": poche parole su un biglietto appoggiato di fianco al mazzo di girasoli che qualcuno ha portato alla stazione di Brandizzo, nel giorno dopo la strage. È arrivato il tempo del cordoglio. I cinque fiori rappresentano i cinque operai che sono morti, nella notte tra il 30 e il 31 agosto, travolti da un treno in corsa, mentre lavoravano sui binari. Si tratta di uno dei più gravi incidenti sul lavoro che il Piemonte ricordi. Le cinque vittime - Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorbillo, Giuseppe Saverio Lombardo e Giuseppe Aversa, di età compresa tra i 22 e 52 anni - erano impegnati in un intervento di manutenzione e sostituzione dei binari sulla linea Torino-Milano. Altri due uomini, che lavoravano alcuni metri più avanti, sono riusciti a mettersi in salvo e sono illesi. Il treno che ha investito gli operai, un convoglio regionale tecnico, che trasportava 11 vagoni ad Alessandria, era senza passeggeri e viaggiava a una velocità di 100 km orari.

La procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo, in un primo momento a carico di ignoti. Con il proseguire delle ore, si è ipotizzato il dolo eventuale per gravi violazioni delle misure di sicurezza. «I meccanismi di garanzia non erano sufficienti per un intervento sui binari così delicato», ha detto la procuratrice Gabriella Viglione. E sono arrivati i nomi dei primi indagati: si tratta dei due sopravvissuti alla strage. Antonio Massa, 46enne, foggiano ma da anni trasferito a Grugliasco, e Andrea Gibin Girardin, 52 anni, capo cantiere della ditta incaricata dei lavori sui binari. I due affiancavano la squadra di operai e, stando alle prime ricostruzioni, avevano l'incarico di comunicare il nulla osta del passaggio dei treni, oppure, in caso contrario, il divieto di iniziare a lavorare sul binario. 

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