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In Piemonte nel 2024 sono aumentate le assunzioni (464.010) rispetto alle chiusure di rapporti di lavoro (441.810), ma sono in forte crescita le ore di cassa integrazione che passano da 7.392.376 del 2023 a 12.551.278 del 2024. I beneficiari di ammortizzatori sociali per sospensione del lavoro salgono dai 53.738 del 2023 agli 82.263 dell’anno scorso. Sono i dati contenuti nel bilancio sociale dell’Inps Piemonte, illustrati dal direttore regionale Vincenzo Ciriaco.
"Emerge una tenuta complessiva del sistema con le assunzioni in aumento. Lavora bene l’Inps così come i patronati e i consulenti di lavoro. Cresce la cassa integrazione, ma è spesso legata a crisi temporanee" osserva Ciriaco che ricorda come un terzo dei nuovi assunti sia extracomunitario.
Rispetto al 2023 sono diminuite sia le assunzioni a tempo indeterminato, passando da 91.247 a 81.627, sia i contratti a tempo determinato, che passano da 131.894 a 126.582. Diminuiscono anche le assunzioni con contratto a tempo parziale che passano da 165.205 a 162.783. Il tasso di occupazione è cresciuto passando da 67,1% a 69%, mentre diminuisce la disoccupazione che passa da 6,2% a 5,4%. La percentuale degli inattivi è diminuita, passando da 28,4 al 27. In crescita è il ricorso alle prestazioni di disoccupazione per cessazione dei rapporti di lavoro da 184.413 a 190.712.
La retribuzione dei lavoratori piemontesi è pari a 112,1 euro medi giornalieri per i maschi, superiore alla media nazionale, che è pari a 107,5 euro, e 82,1 per le donne, superiore a quella nazionale che è di 79,8 euro. I pensionati piemontesi sono 1.313.778, di cui 605.702 maschi e 708.076 donne. I titolari di assegno sociale sono 36.055 e i titolari di assegno di accompagnamento e pensione invalidità civile sono 155.288. Nel 2024 in Piemonte sono state liquidate 65.133 pensioni previdenziali, in aumento con il dato del 2023, ma in calo rispetto ai valori degli anni precedenti.
"Dal Rapporto Inps emergono luci e ombre: aumentano le assunzioni, ma si entra nel mercato del lavoro in modo precario e le retribuzioni sono basse soprattutto per le donne. L’incremento della cassa integrazione è molto forte, legato alla crisi dell’industria", osserva Cristina Maccari della segreteria della Cisl piemontese, che ha parlato a nome dei tre sindacati confederali.