Condividi:

A Torino la (ampiamente anticipata) manifestazione pro-Palestina diretta verso l’aeroporto di Caselle è degenerata in duri scontri con le forze dell’ordine. Il corteo, partito da piazza Crispi con la partecipazione di oltre un migliaio di persone, è stato bloccato dalla polizia lungo la strada. Dopo i tentativi di trattativa, la tensione è salita: spintoni, cariche, lancio di bottiglie, pietre e petardi da un lato, idranti e lacrimogeni dall’altro.

Il bilancio è di una decina di feriti tra i manifestanti, colpiti dalle manganellate, e due agenti contusi da una bomba carta. Nel frattempo altri gruppi hanno paralizzato il traffico diretto allo scalo: un centinaio di attivisti in bicicletta ha occupato lo snodo autostradale, mentre una settantina di persone provenienti da Borgaro è arrivata fino alle recinzioni dell’aeroporto attraversando i campi. Non ci sono state ripercussioni dirette sui voli, ma diversi passeggeri sono stati costretti a raggiungere lo scalo a piedi.

In serata il corteo più numeroso ha poi ripiegato verso il centro di Torino, confluendo in piazza Castello e poi puntando al Salone dell’Auto, obiettivo finale della protesta. Tra cori e fumogeni, i manifestanti hanno spiegato al megafono di voler denunciare «la complicità del governo italiano e delle industrie presenti con Israele, attraverso l’invio di armi e forniture».

Durissime le reazioni politiche sull’accaduto. Il sindacato di polizia Fsp ha parlato di «pacifisti violenti», accusandoli di aver cercato lo scontro. Dal centrodestra critiche altrettanto dure: «Torino capitale della violenza, episodi così non sono più tollerabili», ha dichiarato l’europarlamentare Giovanni Crosetto (FdI).

Tutti gli articoli