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Una coppia di ultrasettantenni è stata condannata a un anno di reclusione per stalking nei confronti dei vicini di casa, mentre la figlia è stata assolta. La vicenda ha avuto inizio nell'aprile 2020, quando una coppia di neo-sposi ha acquistato un appartamento al piano terra di una villetta bifamiliare nella zona di Torino. Da quel momento iniziano i problemi e si scatena un vero e proprio incubo per i nuovi proprietari.

Fin da subito, i rapporti con l'altra famiglia diventano pessimi. Vengono documentati e denunciati rumori molesti e continui screzi. Dalla cenere sparata sui panni stesi, all'abbondante lancio di terra e secchiate d'acqua sul balcone, fino allo sbattere ripetuto del portoncino d'ingresso, persino di notte. Inoltre, i vicini accendono e spengono la luce del vano scale, che è collegata al contatore dell'appartamento dei neo-sposi, causando notevoli disagi alla famiglia che ha bambini piccoli.

Inizialmente, la coppia ha pensato a delle disattenzioni, ma poi sono diventate una costante quotidiana, rendendo la loro casa invivibile. La situazione arriva così in tribunale, dove le vittime raccontano anche le minacce subite e affermano che i loro vicini di casa li hanno esortati a lasciare l'appartamento.

Il giudice, pronunciandosi questa mattina a Palazzo di Giustizia, ha stabilito che si trattava di vere e proprie azioni di stalking e non di una semplice convivenza difficile tra due famiglie. Di conseguenza, ha condannato la coppia di ultrasettantenni a un anno di reclusione, ritenendo che i loro comportamenti costituissero atti persecutori verso i loro vicini.

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