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Cresce l’allarme per le truffe telefoniche nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, dove dall’inizio dell’anno i carabinieri hanno raccolto 67 denunce legate alla tecnica dello “spoofing”. Si tratta di un sistema sempre più diffuso, con cui i malintenzionati falsificano il numero in uscita, facendo apparire sul display della vittima quello di banche o persino delle forze dell’ordine, così da accreditarsi come interlocutori affidabili e convincere le persone a compiere operazioni bancarie. La media è preoccupante: un caso ogni quattro giorni.

L’episodio più recente ha visto come bersaglio un pensionato di 75 anni, contattato da due truffatori che hanno agito in tandem. Il primo si è spacciato per un dipendente di banca, sostenendo che fosse in corso un tentativo di accesso illecito al suo conto corrente. Poco dopo, a rafforzare la messinscena, è intervenuto un complice che si è finto maresciallo dei carabinieri, invitando l’anziano a eseguire con urgenza un bonifico “di sicurezza”.

L’uomo, spaventato, ha disposto un trasferimento immediato di 32mila euro verso un conto corrente indicato dai truffatori. Provvidenziale è stato l’intervento dei veri carabinieri della stazione di Verbania, che una volta avuta notizia del raggiro hanno contattato tempestivamente l’istituto di credito riuscendo a bloccare la somma. Il denaro, che stava per essere trasferito all’estero, è stato così interamente recuperato e restituito alla vittima.

Le forze dell’ordine rinnovano l’appello alla prudenza, invitando i cittadini a non fidarsi di chiamate sospette e a contattare immediatamente i numeri ufficiali di banche o caserme per verificare l’autenticità delle richieste.

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