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 "Prima o poi ti prendo e ti buco tutto e puoi anche morire": minacce palesi, nei messaggi che Pietro Costigliole di Costanzia, il 24enne accusato di aver aggredito un coetaneo a colpi di machete, avrebbe inviato al suo rivale. A qualche settimana di distanza da questi messaggi, il giovane di nobili origini avrebbe teso l’agguato alla sua vittima, O.B, 24 anni anche lui, sorpreso dal colpo che gli è costato una gamba mentre camminava in via Panizza, nella periferia di Torino. Il movente? Una storia d’amore, e forse di droga. Costigliole, detto "il Santo", era geloso di O.B. perché aveva scoperto uno scambio intimo tra lui e la sua fidanzata. Ma non solo: tra i due c’erano state discussioni legate a debiti sulla compravendita di stupefacenti, di cui il giovane rampollo faceva uso abituale.

Da qui sarebbero partite le minacce e i messaggi, citati nell’ordinanza con cui un gip del tribunale ha disposto per il ragazzo la custodia cautelare in carcere. Il messaggio risale al 7 febbraio ed è nella disponibilità degli inquirenti perché un’amica della vittima ne ha fatto una fotografia. In una delle chat recuperate dagli inquirenti una ragazza scrive al suo interlocutore, il 15 febbraio, di avere "paura" che il giovane "voglia uccidere" il ragazzo aggiungendo "non voglio che succeda una cosa del genere e nemmeno che vada in coma per una c... enorme". Il gip Gloria Biale parla di "sproporzione assurda di valori" tra il movente e l’aggressione, motivo per cui l’accusa mossa a Costigliole è di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione. 


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