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Nel pomeriggio di oggi, si è verificata una singolare protesta presso la casa circondariale di Cuneo, protagonista un detenuto nordafricano che è salito sul tetto delle mura del campo sportivo del penitenziario.

Secondo quanto spiegato da Ramona Celestino, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, l’evento si è verificato mentre l’uomo stava svolgendo attività sportiva in palestra quando improvvisamente si è arrampicato fino al muro sovrastante il campo sportivo. La pronta reazione dell’agente di polizia penitenziaria, incaricato della sorveglianza, ha permesso di allertare tempestivamente le autorità competenti. Dopo un’intensa mediazione, fortunatamente la situazione si è risolta con il detenuto che ha scelto di scendere dal tetto grazie al dialogo instaurato con il personale presente.

Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sappe, ha sottolineato la professionalità e le capacità operative dimostrate dai poliziotti penitenziari intervenuti durante la protesta.

Il Segretario Generale Donato Capece ha evidenziato che, nonostante i momenti di tensione vissuti, il personale in servizio di Polizia Penitenziaria ha gestito la situazione nel migliore dei modi. Inoltre, ha sottolineato che questo episodio è sintomatico delle continue tensioni e criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia, causando stress ai membri del Corpo.

Secondo il referente nazionale del Sappe sono necessari interventi urgenti e strutturali per ripristinare la legalità nel circuito penitenziario, partendo dalla revisione del regime custodiale aperto. Inoltre, servono regole chiare, tecnologia e formazione per il personale in prima linea nelle sezioni penitenziarie, oltre a strumenti di difesa e contrasto delle violenze. Il riferimento al taser viene fatto come uno strumento utile per contrastare le aggressioni, considerando anche le condizioni fisiche e mediche dei detenuti prima dell’utilizzo.

Infine, il sindacalista ha sottolineato l’importanza di prevedere l’espulsione dei detenuti stranieri per far scontare loro le pene nei loro paesi d’origine, oltre alla riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari per i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi nel sistema detentivo ordinario.

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