Condividi:

La bufera politica che si è abbattuta sulla Liguria, con il presidente Giovanni Toti posto agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione, ha coinvolto anche il Piemonte. L’amministratore delegato di Iren, ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, è stato arrestato con l’accusa di «corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio». Secondo l’inchiesta della guardia di finanza, che riguarda concessioni portuali e finanziamenti elettorali e coinvolge in tutto 9 persone, l’imprenditore avrebbe dato soldi a Toti per ottenere in cambio favori, come la concessione per alcune aree del porto di Genova. Appresa la notizia dell’arresto del presidente, Iren ha diffuso una nota in cui prende le distanze dall’accaduto e spiega “di aver già attivato le procedure necessarie a garantire da subito piena continuità aziendale”.
Nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Toti, il Gip di Genova spiega come il governatore della Liguria, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, abbia messo a disposizione la propria funzione e i propri poteri per favorire interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori. Tra le persone coinvolte nell’inchiesta ci sarebbe anche il capo di gabinetto di Toti, accusato di corruzione elettorale e di aver agevolato l’attività di Cosa Nostra nella città di Genova.
Immediate le reazioni politiche. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, è intervenuto chiedendo le dimissioni della Giunta regionale ligure, definendo il fatto una "ferita gravissima alla democrazia". D’altro avviso il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, che si è detto ottimista e fiducioso dell’estraneità alle accuse del presidente della regione."Sono garantista, per me una persona è colpevole soltanto quando è condannata in terzo grado di giudizio" ha commentato Tajani.

Tutti gli articoli