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Un Salone libero, plurale e per la prima volta a trazione femminile. Dal palco dell’Auditorium Agnelli la direttrice Annalena Benini apre la 36esima edizione del festival culturale più importante d’Italia con un omaggio alla libertà. Di pensiero, di movimento. La libertà con cui ha potuto lavorare allo sconfinato programma di questi 5 giorni: oltre 2000 eventi al Lingotto Fiere e oltre 500 diffusi in città. I più grandi scrittori di tutto il mondo riuniti intorno al tema “Vita immaginaria”, così sentito dalla direttrice.
E poco importa se nel momento del taglio del nastro, alla presenza dei ministri Sangiuliano e Valditara, un attacco hacker all’impianto audio del Comune di Torino trasmettesse una tristemente nota canzone fascista, Benini è ottimista e non teme le contestazioni. Si appella a quella libertà invocata a gran voce anche da Salman Rushdie, ospite di punta della giornata di oggi: lo scrittore di origine indiana, naturalizzato britannico, ritorna per la prima volta in Italia dopo l’attentato subito a New York nell’agosto del 2022. In dialogo con Roberto Saviano, ripercorre quella tragica esperienza, che lo ha reso cieco da un occhio e che è al centro del suo ultimo libro, “Coltello”, uscito di recente per Mondadori. Rushdie, già vittima della fatwa dell’Ayatollah Khomeini per l’opera "Versi satanici" di 30 anni fa, non si è risparmiato nel difendere Saviano, querelato dalla premier per diffamazione. “Ai politici serve una scorza più dura”, ha ironizzato lo scrittore, che in poche ore ha riempito l’auditorium Agnelli. Anche quest’anno, com’è ovvio, la politica non resterà fuori dal Salone: e mentre viene cancellata la presentazione del libro di Sgarbi perché candidato alle Europee, esponenti di maggioranza e opposizione camminano tra gli stand di una kermesse libraria sempre più grande. 137mila metri quadrati espositivi, un nuovo padiglione dedicato ai giovani, tante conferme e altrettante novità: la festa del libro inizia da qui. 

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