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A giudicare dalle file agli ingressi e dalla folla tra gli stand, non c’erano dubbi: l’edizione 2024 del Salone del Libro batte il record dell’anno passato e si rivela la più affollata di sempre. 222mila ingressi, 7mila in più del 2023, con tantissimi giovani e un boom di vendite per gli oltre mille editori presenti. Una vita immaginaria che diventa reale e supera le aspettative della nuova direttrice Annalena Benini, che già pensa alla prossima edizione. Ci sono già le date, 15-19 maggio 2025, e l’obiettivo è scritto: “Dovremo trovare un titolo ancora più bello - commenta la direttrice alla conferenza stampa di chiusura - e pensare a come accogliere tutti i visitatori”. Un tema, quello degli spazi, che si era presentato fin da subito e che la squadra di Benini ha provato ad aggirare ampliando la superficie del salone a 137mila metri quadrati, costruendo un nuovo padiglione, il 4, interamente dedicato ai ragazzi. “E’ un peccato vedere le persone in fila, che non riescono a entrare agli incontri - aggiunge la direttrice, orgogliosa di aver ospitato una comunità di lettori così partecipe, viva e giovane: su quest’ultimo aspetto, i dati parlano chiaro, segnalando un 29% di visitatori under 25 e un 61% under 40. Tra i momenti più emozionanti, Benini cita Rushdie in dialogo con Saviano, ma sarebbe impossibile menzionarli tutti, a partire dai 70 metri di fila per una firma di Alessandro Barbero, lo storico superstar, fino al monologo accorato della sorella di Giulia Cecchettin - contestatrice a parte - e all’inaspettata claque che ha circondato l’autore cinese Yu Hua.
Non ci sono state neanche troppe polemiche, nonostante i momenti di tensione di sabato con la manifestazione organizzata dai movimenti pro Palestina. "Abbiamo dato voce a tutti, soprattutto a persone che hanno visto e sono state nei luoghi del conflitto", sottolinea Benini, che ci tiene a raccontare pure un piccolo momento di imbarazzo: "Mi hanno detto che c’era una persona che cercava di saltare la fila dicendo ’sono la madre della direttrice’. E in effetti era mia madre". Si chiude così, in un sorriso, d’ironia e forse di sollievo, il Salone del libro numero 36: i giochi sono fatti, l’appuntamento è per il prossimo anno, con la promessa di alzare ancora una volta l’asticella.

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