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 Il tribunale di Torino ha condannato a tre anni di carcere per violenza sessuale un babysitter di 42 anni, di origini colombiane. L’uomo era stato denunciato dai genitori di una bambina di 11 anni, amica di una delle bambine affidate alle sue cure.

Durante l’udienza preliminare, l’imputato, difeso dall’avvocato Paola Savio, aveva scelto il rito abbreviato, che prevede la riduzione di un terzo della pena. Nonostante ciò, il pubblico ministero Barbara Badellino aveva richiesto una condanna a quattro anni di carcere.

Le accuse contro il babysitter erano emerse nel 2022. L’uomo, che lavorava per diverse famiglie della cosiddetta ’Torino Bene’, si era reso irreperibile ed era tornato in Colombia. Successivamente, con un mandato di cattura internazionale emesso nei sui confronti, era rientrato in Italia dove era stato arrestato. Dopo un periodo di detenzione domiciliare, era tornato libero con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento alla casa dell’undicenne.

Il babysitter, che parla cinque lingue, era considerato una persona di fiducia e nessuno avrebbe sospettato di lui. Tuttavia, la piccola vittima delle violenze aveva iniziato a rifiutarsi di andare nella casa dove l’uomo lavorava, una villa situata sulla collina torinese. Preoccupati, i genitori avevano cercato di capire le ragioni di questo comportamento e la bambina aveva infine raccontato degli abusi subiti alle sue amichette e a scuola.

In seguito a queste rivelazioni, erano stati convocati sia i genitori della vittima che la famiglia in cui lavorava il babysitter. Le immagini delle telecamere di sicurezza della villa avevano poi confermato il racconto della bambina, portando alla condanna dell’uomo.

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