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"Tu andrai via da me solo alla tua morte". Queste sono le parole che, secondo le accuse, una donna di 57 anni di nazionalità italiana avrebbe rivolto a un migrante senegalese che voleva interrompere una relazione sentimentale con lei. Attualmente, la donna è imputata di stalking presso il tribunale di Torino, dove oggi la procura ha richiesto una condanna a un anno e otto mesi di reclusione.

La vicenda risale al periodo 2020-2021. Secondo la ricostruzione dell’accusa, il migrante fu costretto a lasciare la casa di accoglienza in cui viveva a causa del comportamento invadente della donna. Dopo un periodo di convivenza, il giovane decise di lasciarla definitivamente. Da quel momento, sarebbero iniziati i veri e propri atti persecutori: telefonate continue, minacce e aggressioni.

Ci vollero settimane prima che il giovane si decidesse a presentare una denuncia. "Avevo le pratiche di regolarizzazione in corso e temevo che non sarei stato creduto", ha dichiarato. Alcuni amici, tutti italiani, lo hanno descritto come una persona "buona e fragile", aggiungendo che in quel periodo "era teso come una corda di violino, aveva perso peso e aveva paura di andare in strada".

Il suo legale di parte civile, Alice Novarese, ha richiesto un risarcimento con un acconto di tremila euro, affermando: "Dopo la querela, lo stalking è cessato, ma forse versando dei soldi l’imputata capirà i danni che causa al prossimo".

Nel maggio del 2021, il migrante si è trasferito in un’altra città piemontese, accettando una proposta di lavoro giunta dalla rete di accoglienza.

L’avvocato difensore della donna, Daniela Rulent, ha sostenuto che l’intera vicenda andrebbe riletta sotto un’altra luce. "Un esempio è la questione della struttura che lo ospitava: ci è stato detto che il senegalese fu invitato ad andarsene perché non rispettava tutte le regole", ha dichiarato.

La sentenza è attesa nei prossimi giorni.

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