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Al tribunale di Torino è in corso  il processo su una presunta estorsione a ’luci rosse’ che vede due coniugi sul banco degli imputati. L’accusa è di aver estorto denaro a un loro conoscente con un ricatto implicito, imponendogli di cessare di manifestare le proprie simpatie verso la donna.

Il caso risale al 2022 ed è emerso quando la presunta vittima, un commerciante di ortofrutta che si è costituita parte civile nel processo, si è presentata ai carabinieri. 

"Volevo solo chiedere un consiglio perché mi sentivo perseguitato ed ero allo stremo delle forze", ha ricordato oggi l’uomo in aula. "Il maresciallo mi ascoltò e mi disse che quella era un’estorsione in piena regola e che dovevo formalizzare una denuncia. Ero molto preoccupato. Ma adesso, a posteriori, non posso fare altro che ringraziarlo".

Il commerciante ha dichiarato di conoscere da tempo il marito della donna, un compaesano al quale aveva affidato dei lavori di ristrutturazione della casa. "Anche lei, qualche volta, mi chiedeva delle piccole somme. Col tempo nacque un’amicizia. Non nego che peccai di debolezza. Ma tra noi non ci fu mai niente".

Dalle chat è emerso che la donna aveva inviato delle proprie fotografie in atteggiamenti intimi al commerciante. "Poi arrivò il marito, mi disse che aveva saputo tutto, che io ero sposato, che ci stavamo tutti rovinando la vita e che, in definitiva, voleva dei soldi". In un’occasione, il commerciante avrebbe versato 15 mila euro.

Secondo i carabinieri che hanno condotto le indagini, il denaro veniva utilizzato per acquistare e consumare cocaina. 

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