Condividi:

Aveva affiliati anche in Piemonte, la cosca di Vibo Valentia al centro di un’operazione dei carabinieri del Ros, che conta 26 indagati e che ha già portato all’esecuzione di 14 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettante persone, accusate a vario titolo di associazione di stampo mafioso, di una serie di omicidi e di altri reati aggravati dalle modalità e finalità mafiose. Tra questi rientrano l’estorsione e la coltivazione di sostanze stupefacenti, uniti a concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti e rapina.
Alcuni dei 14 soggetti arrestati dai militari calabresi sono accusati di un triplice omicidio, commesso il 25 ottobre del 2003 a Gerocarne, in provincia di Vibo Valentia: si tratta della cosiddetta “strage dell’Ariola”, nella quale morirono a colpi di fucile calibro 12, due cugini, Giovanni e Francesco Gallace, titolari di un’impresa agricola, e un loro dipendente, Stefano Barillaro. Un’azione che rientrava nell’ambito di una lunga e sanguinosa faida tra famiglie rivali che si contendevano l’egemonia criminale sul territorio. Dall’indagine, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, è emerso il protrarsi dell’operatività, nell’area delle "Preserre" vibonesi, della cosca di ’ndrangheta Maiolo - che sarebbe responsabile della suddetta strage. Cosca che avrebbe solidificato, nel corso di questi 21 anni, proiezioni economico-criminali in Piemonte, Abruzzo, Svizzera e Germania.
Gli investigatori hanno ricostruito l’attuale assetto del sodalizio, che si è determinato dopo un cruento scontro con altro gruppo, nell’alternanza degli equilibri criminali, anche con riti di affiliazione avvenuti in carcere, dimostrando in tal modo "la perseverante capacità di penetrazione della ’ndrina all’interno degli istituti carcerari".
Contestualmente agli arresti, i circa 200 carabinieri che stanno partecipando all’operazione condotta, oltre che nel vibonese, nelle province di Reggio Calabria, Pescara, Chieti e Torino, stanno eseguendo numerose perquisizioni nei confronti di ulteriori soggetti per i quali è stato ipotizzato il coinvolgimento nelle vicende illecite, alcuni dei quali in Abruzzo e Piemonte e altri in Svizzera.

Tutti gli articoli