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Taglio del nastro oggi a Torino per i nuovi uffici distaccati del Palazzo di Giustizia. Casellario giudiziale e numerosi altri servizi hanno trovato posto in via Nino Bixio, a poche decine di metri dalla cittadella giudiziaria intitolata al magistrato Bruno Caccia, in un edificio di proprietà comunale completamente ristrutturato. I lavori, finanziati dal Ministero e realizzati dalla Cogedil, hanno comportato una spesa di circa un milione di euro. Durante l’inaugurazione l’accento è stato messo sulla sinergia che si è creata fra l’apparato giudiziario subalpino e la macchina dell’amministrazione comunale.


"Devo confessare - ha detto il presidente della Corte di Appello, Edoardo Barelli innocenti - che quando tre anni fa ci dissero che sarebbero arrivate oltre 200 unità di personale in più fummo contenti ma nello stesso momento ci venne l’ansia: non sapevamo proprio dove metterle. Chiedemmo ovunque e ci arrivarono delle proposte decisamente non accoglibili. Adesso, oltre naturalmente il Ministero per la solerzia con cui ha messo a disposizione i fondi, ringrazio il Comune per l’ottima collocazione che ci ha trovato".


"Credo moltissimo - ha affermato il sindaco Stefano Lo Russo - nell’idea che le istituzioni devono collaborare nell’interesse di tutti. Il nostro rapporto con tribunale e corte d’appello è costruttivo: abbiamo messo a disposizione questo edificio, così come stiamo ospitando altri servizi in corso Inghilterra, perché gli uffici giudiziari che funzionano servono sia agli operatori che ai cittadini". Un sindaco si è anche detto "molto soddisfatto" per la fine dei lavori: "Portare a casa un’opera pubblica è uno sforzo ciclopico. Abbiamo un quadro normativo che sembra fatto non per fare, ma per non fare; per superare gli ostacoli servono costanza, capacità, determinazione. E quando si arriva al traguardo sempre sempre un miracolo". "Devo dire - è stata la battuta di Barelli Innocenti - che oggi capisco perché i politici sono contenti quando si aprono i cantieri e sono contenti soprattutto quando si chiudono"

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