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Un tavolo contro il caporalato che diventerà permanente, e un modello Saluzzo che si trasformerà in quello di riferimento. E poi l’annoso problema del caldo durante l’estate, con la sospensione dei lavori nelle ore di calura. Questo il risultato del tavolo regionale contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, che ha visto la partecipazione del presidente della Regione Alberto Cirio, di alcuni assessori della Giunta, delle Prefetture del territorio, delle associazioni datoriali, dei sindacati confederali e di categoria . Una piaga sociale che oggi, ancor più dopo le ultime notizie di cronaca, diventa più che mai urgente.

I numeri del caporalato in Italia scattano una fotografia preoccupante: sono 230 mila i lavoratori sfruttati. E nelle 405 aree di caporalato diffuso, censite dall’Osservatorio Placido Rizzotto, della Flai-Cgil, che da anni monitora il caporalato e le agromafie nel nostro Paese, più della metà sono al Nord.

Nel 2020 in Piemonte è nato il protocollo Saluzzo, un progetto pilota varato dalla Regione Piemonte, che mette insieme e coordina Prefettura di Cuneo, Comune di Saluzzo e altri Comuni del distretto frutticolo, con l’obiettivo di dare servizi di sostegno ai lavoratori stagionali.

“"Il tavolo sul caporalato, è un primo e importante passo contro lo sfruttamento – il commento del segretario generale della Cisl Piemonte, Luca Caretti, - ma servono azioni di contrasto e di accoglienza congiunte e condivise tra tutti i soggetti". Tra le proposte lanciate dal sindacato la creazione di Osservatori territoriali, che facciano rete per l’accoglienza, ma raccolgano anche segnalazioni per la salute e sicurezza nei posti di lavoro.


Per Giorgio Airaudo, Segretario generale di Cgil Piemonte: “L’estensione del protocollo Saluzzo è un buon punto di partenza, però serve che ogni territorio attivi tavoli di confronto in cui si discuta di come si valorizza il lavoro migrante".  

L’ordinanza anti-caldo invece  entra in vigore all’inizio di agosto per tutta la durata del mese, e riguarda i settori dell’edilizia, dell’agricoltura e del florovivaismo, con uno stop lavorativo durante le ore più calde per chi lavora all’aperto, indicativamente quelle centrali. 

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