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  Dibattito aperto a Torino sul tema dello Ius Soli cioè, l’ottenimento della cittadinanza di un dato Paese come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul suo territorio indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. Nella questione è coinvolto anche lo Ius Scholae cioè la possibilità di acquisire la cittadinanza di un determinato paese al compimento di un ciclo di studi. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio si dice contrario allo Ius Soli: "Crediamo che la cittadinanza italiana debba essere data al termine di un processo di integrazione".

  ’’Oggi un bambino che nasce da cittadini stranieri in Italia a 18 anni può diventare cittadino italiano se lo richiede - ha continuato - e come Forza Italia diciamo che se si iscrive alla scuola dell’obbligo e fa gli stessi anni di scuola di un bambino che invece è già italiano, a 16 anni, al termine del processo di studi, che ha superato con successo e dimostra che conosce l’italiano, la storia e la cultura del paese in cui si trova, possa chiedere di essere cittadino italiano. È anche un ragionamento molto pragmatico, perché la scuola pubblica costa e quindi è un modo anche perché gli investimenti fatti ritornino ai bambini che diventano poi cittadini italiani’’.

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