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Cinque persone, di età compresa tra 20 e 50 anni, tutte residenti nel comune di Oggebbio, sono state denunciate dalla polizia provinciale del Verbano-Cusio-Ossola per bracconaggio sulle alture del lago Maggiore. Le indagini, condotte nell’ambito dell’operazione denominata "Occhi nel buio", hanno svelato un’attività di caccia illegale che avveniva con frequenza quotidiana, nonostante il divieto generale in vigore.

I cinque individui sono accusati di reati, in concorso, quali associazione a delinquere finalizzata alla caccia durante il periodo di divieto, abbattimento di fauna selvatica senza concessione, utilizzo di mezzi vietati, mancata denuncia e omessa custodia di armi e munizioni, nonché porto abusivo di armi.

L’operazione, durata circa sei mesi, ha portato al blitz di sabato scorso, quando gli agenti hanno fermato uno dei bracconieri nella località Dumera. Poco prima, l’uomo aveva abbattuto un grosso cervo maschio adulto coronato, dal peso di oltre 200 chili. "L’esemplare aveva un valore biologico importantissimo, poiché ci troviamo alle porte della stagione riproduttiva", ha dichiarato il comandante della polizia provinciale, Riccardo Maccagno.

Oltre al cervo, il gruppo si è reso responsabile dell’abbattimento illegale di numerosi caprioli e cinghiali, per un "numero considerevole" di capi. Le indagini continuano per determinare la destinazione della carne degli animali, di cui non sono state rinvenute carcasse. Si sospetta l’esistenza di un mercato nero della selvaggina, una pratica che potrebbe rappresentare un rischio sanitario, poiché la carne è priva di controlli veterinari.

Secondo le stime, il solo esemplare di cervo avrebbe potuto fruttare oltre 1.500 euro per la carne e diverse migliaia di euro per il palco, che sarebbe stato venduto come trofeo. Durante l’operazione, gli agenti hanno sequestrato tre fucili, tra cui una doppietta calibro 12 e una carabina calibro 22.

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