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  Si sarebbe tolto la vita per il troppo stress causato dal lavoro. Questa è l’ipotesi della procura di Torino che ha indagato sul suicidio di un autista di camion di un’azienda di logistica, che si uccise lo scorso anno gettandosi da una finestra. Il pm ha iscritto nel registro degli indagati l’amministratore della società, che ha la sede fuori città, e il responsabile dell’ufficio torinese della ditta che gestiva i turni dei dipendenti. I reati ipotizzati sono omicidio colposo come conseguenza della violazione delle norme su salute e sicurezza nel luogo di lavoro e sfruttamento lavorativo.

  Dopo il suicidio la famiglia dell’uomo, a cui non mancava molto per andare in pensione, aveva presentato un esposto in procura, sostenendo che il loro familiare era stressato dagli orari, che arrivava alle 50 ore alla settimana, e dalla mancanza dei riposi. Spesso l’autista si era lamentato con loro delle richieste sempre più pressanti che arrivavano dall’azienda. Una condizione di fatica che aveva espresso più volte. Stress che sarebbe stato riconosciuto da una consulenza psicologica. Le indagini sono state condotte dalla polizia stradale, l’ispettorato del lavoro e dallo Spresal.

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