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Un clima generale di incertezza e preoccupazione. Questo raccontano i dati riguardanti la fiducia delle imprese piemontesi per il quarto trimestre del 2024, così come emerge dalla indagine trimestrale realizzata a settembre da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte. A pesare soprattutto la complessa situazione geopolitica ed economica globale. Dopo i segnali di rallentamento registrati a giugno, le attese delle oltre 1.340 realtà manifatturiere e dei servizi che fanno parte del campione dell’indagine, restano prudenti.

Gli indicatori per produzione, ordini e redditività registrano valori negativi. In ulteriore calo anche le previsioni sulle esportazioni. A livello complessivo la maggioranza delle imprese tende a rimandare gli investimenti aggiuntivi, mantenendo quelli programmati. Aumentano le aziende che temono una crescita dei costi dell’energia, e non si abbassano i costi attesi di materie prime e logistica. C’è da sottolineare il doppio passo dell’economia piemontese, come già succede da oltre un anno, il comparto manifatturiero è in sofferenza, con numeri in calo e cassa integrazione in aumento, mentre il settore del terziario, quello dei servizi, prosegue la crescita iniziata dopo la pandemia, e grazie alle poche esportazioni non viene toccato dalle tensioni sui mercati internazionali.

L’industria registra valori in calo, ad eccezione del settore alimentare edile e cartario grafico, dove le attese sembrano essere positive. Male invece per tessile, metalmeccanica, gomma plastica, chimica e manifatture . In positivo il terziario, ad eccezione di trasporti, commercio e turismo. A trainare le fiducia in questo settore soprattutto il settore di tecnologie per la telecomunicazione e i servizi alle imprese. A distinguersi in positivo, è Torino dove le imprese sembrano essere più fiduciose rispetto al resto del territorio piemontese. Per il quarto trimestre dell’anno, il 20,6% delle aziende prevede un aumento della produzione, contro il 18,4% che si attende una diminuzione: il saldo, pari a +2,2%, resta positivo, anche se in calo di quasi un punto rispetto a giugno. Confrontando la situazione con quella piemontese, dove il bilancio è negativo, Torino mostra un vantaggio di 4 punti.

Positive le attese sull’occupazione, che registrano un bilancio pari a +6,7%. Al contrario invece per quanto riguarda la propensione ad investire, con il 18,9% di imprese con programmi di spesa significativi, in calo di oltre 3 punti percentuali.
A Torino uno degli indicatori più significativi è anche quello relativo alla cassa integrazione, parliamo del 10,5% delle imprese (il 16,8% nell’industria).

«Mai come oggi è necessaria la massima attenzione e considerazione di tutte le segnalazioni e risposte che arrivano dalle imprese – il commento del presidente di Unione Industriali Torino Marco Gay - Rispetto agli ultimi anni infatti, prima il Covid, poi il caro energia ed infine i drammatici conflitti in corso da una parte e la capacità di insistere nelle filiere nazionali ed internazionali dall’altra hanno spiegato gli andamenti della fiducia delle imprese, mentre ora ci troviamo ad affrontare una difficoltà più profonda, legata alla frenata delle economie tedesca e francese e le incertezze geopolitiche ed infrastrutturali. In questo contesto, è rilevante garantire la piena efficienza del piano Transizione 5.0, che finalmente muove i primi passi, insieme a un’accelerazione della fase decisiva per il PNRR e ai grandi progetti infrastrutturali. Si tratta di tre condizioni che, - conclude . insieme al bisogno di innovazione, possono fungere da volano per non far rallentare ulteriormente la fiducia delle imprese."

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