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Un neonato salvato dalla cecità grazie al primo intervento al mondo di chirurgia in entrambi gli occhi tramite tecnologia 3D. E’ stato eseguito sulla parte anteriore e posteriore degli occhi di un bimbo di pochi giorni, presso l’ospedale Molinette di Torino.
Si tratta di un delicatissimo intervento chirurgico su un neonato di appena 40 giorni, affetto da cataratta congenita associata ad una rarissima e grave patologia della parte posteriore dell’occhio, causata da un sviluppo anatomico incompleto dell’occhio.

Alla nascita il piccolino non presentava nessun problema di salute, ma già nei primissimi giorni di vita è stata rilevata la presenza di un riflesso bianco anomalo in corrispondenza della pupilla da parte dell’équipe dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute. L’intervento ha permesso di evitare che il bambino potesse andare incontro a una condizione di cecità futura, senza possibilità di recupero.

L’intervento che non poteva essere effettuato nei primi giorni di vita, ma doveva comunque essere fatto entro le 6-7 settimane. L’operazione, svolta presso l’ospedale Molinette di Torino dal professor Michele Reibaldi e si tratta del primo caso al mondo di un intervento di vitrectomia bilaterale associato alla chirurgia per la cataratta congenita su un neonato, eseguito mediante un sistema di visualizzazione 3D.

Si tratta di un sistema che permette una percezione di profondità molto più accurata rispetto ai tradizionali microscopi e questo aspetto è stato di fondamentale importanza in un occhio di dimensioni così piccole come quelle di un neonato, riducendo le possibili complicanze durante la chirurgia. Dopo l’operazione, il piccolo paziente sarà sottoposto ad un rigoroso monitoraggio postoperatorio per valutare la risposta dell’occhio alla chirurgia e garantire il miglior recupero visivo possibile.
“L’intervento rappresenta un esempio significativo dei progressi della chirurgia oculistica - ha dichiarato Giovanni La Valle, Direttore generale della Città della Salute di Torino, - e di come l’utilizzo delle innovazioni tecnologiche alla Città della Salute di Torino permettano di affrontare i casi più complessi, fino a poco tempo fa ritenuti non trattabili, come in questo caso".

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