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  Ancora un tragedia, ancora un vittima sul lavoro a Torino dove un operaio di 51 anni, ha perso la vita schiacciato da una gru. Fatmir Isufi stava lavorando per una ditta specializzata lombarda, la Palingeo, che opera nel settore delle fondazioni speciali. Secondo una prima ricostruzione sarebbe rimasto schiacciato dal braccio di una gru cingolata che si sarebbe ribaltata. L’allarme è stato lanciato dai colleghi di lavoro, ma quando sono arrivati i sanitari del 118 per l’uomo non c’era più nulla da fare. Fatmir Isufi, stava facendo dei lavori di preconsolidameno per una vasca di rilancio, al Centro ricerche della Società Metropolitana Acque Torino, la Smat. La vittima era residente in Brianza ed era di origini albanesi. La tragedia si è consumata davanti agli occhi del figlio, che lavorava con il padre nello stesso cantiere. Da chiarire se i due stessero utilizzando la gru mobile.

  Secondo le prime ricostruzioni la gru cingolata si sarebbe ribaltata finendo proprio dentro la fossa dove stava lavorando Isufi. Il figlio è stato soccorso in stato di choc e trasportato all’ospedale Molinette. “L’ultimo gesto di generosità di quest’uomo", sono le parole del presidente di Smat, Paolo Romano che ha commentato questa tragica morte. Fatmir, infatti, avrebbe spinto via il figlio per salvarlo ma non è riuscito a salvare se stesso. In corso Unità d’Italia sono arrivati gli ispettori dello Spresal e il personale dell’Asl, oltre ai carabinieri, per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente e per accertare che siano state rispettate tutte le norme di sicurezza. Il cordoglio per il tragico incidente anche da parte del sindaco di Torino. "Nel cantiere di corso Unità d’Italia è avvenuta una terribile tragedia" - le parole di Stefano Lo Russo - "ancora una volta una persona ha perso la vita svolgendo il proprio lavoro. Un drammatico incidente che lascia sgomenti, senza parole, e impone riflessioni su un lavoro che deve essere sicuro per tutti, sempre" - ha così concluso il primo cittadino.

"Morire perché lavori rimane una ferita enorme per la nostra società e dovremmo sentirci tutti coinvolti e impegnati perché ci sia un lavoro sicuro per tutti, perché il lavoro torni ad essere la possibilità di vivere meglio e di far vivere meglio i propri cari" - ha commentato Mons. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino.

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