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I Pronto Soccorso degli ospedali stanno diventando veri e propri campi di battaglia. Non è un’esagerazione perché la cronaca racconta ancora di un’aggressione nei confronti di operatori sanitari da parte, questa volta di un paziente. Protagonista l’ospedale di Ciriè, nel Torinese, dove un ragazzo di 26 anni, già noto alle forze dell’ordine ha aggredito un infermiere del Pronto Soccorso. Un forte calcio all’addome mentre il sanitario era in turno al triage di accoglienza e stava accompagnando un paziente in visita. L’infermiere, medicato nello stesso pronto soccorso, non è grave. A darne la notizia il sindacato Nursind. A intervenire dopo l’accaduto i carabinieri che hanno arrestato il giovane.

Una situazione emergenziale, che sempre di più si sta dilagando in tutta Italia, gli episodi più gravi in puglia qualche mese, ma ormai non sembrano esserci zone franche e sicure all’interno soprattutto dei reparti di Pronto Soccorso. Il decreto legge recentemente approvato dal governo prevede pene più severe per chi compie atti di violenza fisica o verbale nei confronti di medici e infermieri, rendendo obbligatoria la custodia cautelare nei casi gravi. Questa nuova normativa è stata accolta con favore dai sindacati, che da anni chiedevano un intervento legislativo deciso. Ovviamente questo non può bastare per risolvere il problema.

Giuseppe Summa del Nursind ha raccontato di aver scritto proprio ultimamente ai vertici dell’Asl To4 a cui fa capo Ciriè per segnalare alcune criticità e chiedere dei provvedimenti urgenti. "Comprendiamo come il tema dell’aggressioni – riferisce il sindacato - sia su scala nazionale, ma alcuni interventi potevano e dovevano essere messi in atto". Una problematica quello delle aggressioni in ospedale sempre più complesso. L’Asl to4 dal canto suo prova comunque a dare un segnale: "Massima solidarietà e vicinanza al collega, oltre a ringraziarlo per il prezioso lavoro" - si legge in un comunicato - "L’aggressore è una persona nota alle forze dell’ordine, alle prese con comportamenti condizionati da forti disagi sociosanitari". Da questo episodio la decisione da parte della direzione generale dell’azienda sanitaria oltre a maggiori controlli delle forze dell’ordine e l’utilizzo delle telecamere, di voler eliminare i nominativi dalle divise del personale del pronto soccorso. Non compariranno più nomi sulle divise dei sanitari quindi, per provare almeno a limitare eventuali ritorsioni da parte di persone esterne. Una maggior privacy e tutela dei dipendenti in prima linea. Un primo passo per cercare di arginare un fenomeno sempre più allarmante

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