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Dopo due anni di processo e un’assoluzione per le accuse di maltrattamenti, una maestra torinese è pronta a tornare al lavoro, ma la situazione ha scatenato proteste tra i genitori di una terza elementare. Secondo quanto riportato da La Stampa, la docente era stata accusata di maltrattamenti aggravati da parte dei genitori di 21 alunni negli ultimi dieci anni, portando al suo arresto. Durante il processo, la procura aveva chiesto una condanna a quattro anni, ma il 12 dicembre scorso la maestra è stata assolta.

Nonostante il verdetto favorevole, il suo ritorno nella scuola di appartenenza ha generato un clima di tensione. Nelle chat dei genitori si moltiplicano i messaggi di protesta: "E ora come facciamo? Io tolgo mio figlio dalla scuola", si legge in alcune conversazioni. Altri hanno organizzato riunioni, richiesto incontri con la dirigente scolastica e persino contattato il provveditorato e la procura per esprimere il proprio disagio.

In risposta alle preoccupazioni, la scuola ha deciso di adottare misure straordinarie: la docente potrà insegnare solo a determinate condizioni. Le sarà assegnato un orario ridotto, con materie che prevedono poche ore, e sarà obbligata a lavorare con la porta aperta. Inoltre, non potrà mai essere lasciata sola con gli alunni, poiché sarà sempre affiancata da un’altra insegnante.

Intervistata, la maestra si è detta tranquilla: "Non ho mai fatto male a nessuno e sono vittima di un complotto. Torno a scuola perché è un mio diritto e il mio lavoro. La scuola è quella di appartenenza, e come titolare della classe, ci torno di diritto". La docente ha inoltre precisato di non essere infastidita dalla condizione di lavorare con la porta aperta: "È una pratica comune tra molte insegnanti, per la tutela degli alunni. Sono serena perché non ho mai fatto nulla di male".

La vicenda evidenzia un clima di forte tensione tra la comunità scolastica e il diritto della docente a riprendere il proprio lavoro, lasciando aperti interrogativi su come verrà gestita la situazione nei prossimi mesi.

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