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I rilievi effettuati dai Ris di Parma nella villetta di Ornavasso, nel Verbano-Cusio-Ossola, dove il 19 gennaio Edoardo Borghini ha ucciso il figlio Nicolò, di 34 anni, sono durati poco più di due ore e mezza. Borghini, attualmente agli arresti domiciliari, ha sparato due colpi di fucile da caccia al figlio, come confermato dal difensore dell’uomo, l’avvocato Gabriele Pipicelli. Secondo quanto dichiarato dal legale, gli spari sono avvenuti al primo piano della villetta, in un corridoio tra la camera matrimoniale e quella dove si trovava la zia del ragazzo.

Durante il sopralluogo, sono stati raccolti elementi rilevanti per ricostruire la dinamica dell’accaduto e verificare la veridicità delle dichiarazioni rilasciate da Borghini. Tra le attività svolte, i Ris hanno effettuato scansioni elettroniche per ricostruire la scena del crimine al computer e determinare con precisione le azioni delle persone coinvolte. Sono stati inoltre prelevati frammenti di borra dei proiettili, che confermano i risultati dell’autopsia: i due colpi sono stati sparati in rapida successione, senza alcuna interruzione.

Il consulente balistico della difesa, Stefano Conti, ha commentato che i risultati del sopralluogo non hanno rivelato nulla di sorprendente rispetto alle aspettative. La villetta rimane sotto sequestro, mentre proseguono le indagini.

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