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L’ex pubblico ministero di Torino, Bucarelli, è stato destinato a Genova in qualità di giudice civile dal Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). L’ex magistrato ha sempre respinto le accuse di frode processuale e depistaggio, sostenendo la propria innocenza.
Nel corso del procedimento, il suo avvocato difensore, Michele Galasso, ha richiesto l’assoluzione con la formula più ampia possibile. Tuttavia, l’accusa, rappresentata dal pm Giancarla Serafini e dall’aggiunto Tiziana Siciliano, ha avanzato la richiesta di una condanna a un anno e dieci mesi di reclusione.
Le contestazioni mosse nei confronti di Bucarelli riguardano la presunta distruzione di documenti considerati prove fondamentali nell’inchiesta. Nello specifico, si tratterebbe di due filmati ritenuti prove di un caso di revenge porn. Inoltre, secondo l’accusa, l’ex pm non avrebbe condotto adeguate indagini, omettendo il sequestro del cellulare di Seck, soggetto coinvolto nel caso. Non solo: avrebbe persuaso la vittima a non proseguire nell’azione legale, fornendole informazioni non veritiere e favorendo così l’indagato. L’obiettivo, sempre secondo l’accusa, sarebbe stato quello di ostacolare l’inchiesta e portare la vittima a ritirare la denuncia in cambio di un accordo economico.
Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro 90 giorni.
Sul verdetto si è espressa anche l’avvocata Silvia Lorenzioni, legale della vittima, sottolineando la gravità della condanna: "Siamo soddisfatti dell’esito del giudizio. È importante evidenziare che vicende di questo tipo assumono una rilevanza ancora maggiore perché riguardano casi di violenza sulle donne. Non ha senso incoraggiare le vittime a denunciare se poi vengono trattate in questo modo quando lo fanno".
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