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Nel carcere di Torino, al termine di un colloquio, una madre di origine straniera con il suo bambino di circa 14 mesi in braccio ha chiesto insistentemente di poter lasciare la sala, poiché il piccolo mostrava segni di malessere e tentava di vomitare. L’agente in servizio, resosi conto della gravità della situazione, ha immediatamente acconsentito all’uscita, ma poco dopo il bambino ha avuto delle convulsioni e ha smesso apparentemente di respirare.
L’agente, con il supporto di una parente presente, ha iniziato subito le manovre di rianimazione con un massaggio cardiaco, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza del 118.
L’episodio, verificatosi due giorni fa nel carcere Lorusso e Cutugno, è stato reso noto dal segretario generale dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria), Leo Beneduci.
"Questo evento - si legge nella nota sindacale - conferma ancora una volta come la polizia penitenziaria si distingua non solo per l’alto senso del dovere e della responsabilità, ma anche per l’impegno umano e professionale in situazioni di emergenza. Ci auguriamo che l’amministrazione riconosca l’intervento tempestivo e professionale dell’agente coinvolto."