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Confesercenti lancia l’allarme sul rischio della desertificazione commerciale in Piemonte.
"Il 2024 - afferma il presidente regionale di Confesercenti, Giancarlo Banchieri - per il commercio piemontese è stato l’anno peggiore di sempre, con 1506 nuove aperture contro 3579 chiusure: in pratica, per ogni negozio che ha aperto ne hanno chiusi 2,4. Solo dieci anni fa il rapporto fra chiusure e aperture era di 1,5. Se questa tendenza proseguisse senza inversioni, nel 2034 il numero di nuove aperture potrebbe arrivare vicino allo zero".
"Il fenomeno - rimarca - non è nuovo. Ciò che colpisce è la sua accelerazione: senza interventi decisi e immediati, la desertificazione commerciale, già accentuata nei piccoli centri, si consoliderà anche nelle città più grandi, con buona pace di chi continua a sottolineare, purtroppo solo a parole, l’importanza del piccolo commercio, non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello della socialità e della sicurezza. E quando le grandi strutture e le piattaforme web saranno le padrone del mercato, anche la liberta di scelta dei consumatori sarà una chimera".
"Il rapporto chiusure-aperure del Piemonte - osserva - è leggermente meno negativo del dato nazionale: 2,4 contro 2,7. Ma il fatto che alcune Regioni italiane stiano peggio di noi non deve consolarci. Il commercio di vicinato deve diventare diventare una priorità, con un fondo dedicato sul modello europeo per l’agricoltura: ciò non solo per salvaguardare imprese e occupazione, ma per sostenere un modello di città e di abitudini di vita. Le maggiori difficoltà derivano dalla ripresa troppo lenta dei consumi e dall’aumento della concorrenza in un mercato dominato dalle grandi catene e dai giganti dell’online. Senza dimenticare la difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese, che anche in questo scontano difficoltà sconosciute ai grandi gruppi".

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