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1506 aperture contro oltre 3 mila chiusure tra gennaio e dicembre. E’ allarme per il commercio piemontese, lo segnala Confesercenti. Il 2024 è stato peggiore di sempre. L’associazione di imprese spiega così la situazione: per ogni negozio che ha aperto ne hanno chiuso 2,4. Dieci anni fa il rapporto aperture chiusure era di 1,5. Inevitabile guardare al futuro: infatti se se la tendenza proseguisse senza inversioni, già tra 9 anni il numero di nuove aperture potrebbe arrivare vicino allo zero segnando persino la fine del commercio così come lo conosciamo. Lo certifica uno studio di Confesercenti condotto su dati camerali. Il peggioramento del rapporto fra chiusure e aperture è un fenomeno che va avanti da almeno dieci anni, ma di recente si è ulteriormente accentuato: se le iscrizioni diminuiscono, infatti, le chiusure di negozi continuano invece ad aumentare, per il quarto anno di seguito. Sempre secondo lo studio, a complicare la vita ai negozianti sono la ripresa troppo lenta dei consumi delle famiglie e l’aumento della concorrenza, in un mercato dominato dalle grandi catene e dai giganti dell’online. Senza dimenticare la difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese del settore che, anche su questo fronte, scontano difficoltà sconosciute ai grandi gruppi. "Il fenomeno", ha sottolineato Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Piemonte, "non è nuovo e noi lo abbiamo ripetutamente segnalato. Ciò che colpisce è la sua accelerazione. La desertificazione commerciale – già accentuata nei piccoli centri – si consoliderà anche nelle città più grandi".

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