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"Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Grazie don Meco perché questo Vangelo è quello che ci hai insegnato nella tua vita di sacerdote figlio di don Bosco e di cappellano in questo istituto per quarant’anni. Hai sempre stretto le mani a tutti, sei stato cappellano di tutti, sentinella operosa del Vangelo e difensore della Costituzione perché la pena diventasse occasione di rieducazione per i tuoi ragazzi, che non hai mai smesso di seguire anche quando sono usciti da queste mura". Sono state le parole di don Luigi Ciotti, che ha presieduto la messa celebrata ieri al Ferrante Aporti per ricordare il salesiano Domenico Ricca, don Meco per tutti, lo storico cappellano dell’istituto penale minorile torinese, a un anno dalla sua scomparsa.
Presenti alla celebrazione eucaristica, tra gli altri, Emma Avezzù, procuratrice dei minori del Piemonte e della Valle d’Aosta, educatori, agenti, giovani detenuti, volontari, i parenti di don Ricca e i confratelli salesiani tra cui il cappellano don Silvano Oni, don Michele Molinar, vicario dell’ispettore e don Alberto Goia, delegato della Pastorale giovanile del Piemonte, della Valle D’Aosta e della Lituania, che ha ricordato come "l’opera di don Ricca a favore dei giovani più fragili e che hanno avuto di meno prosegue nella prima edizione del premio letterario a lui dedicata", di cui proprio una sezione è riservata ai ristretti al Ferrante Aporti.
A proposito del premio, il concorso (istituito da Forum Terzo settore in Piemonte e Salesiani Don Bosco Piemonte e Valle d’Aosta, con il patrocinio di Consiglio regionale del Piemonte e Città di Torino) è aperto a tutti, dai 14 anni in su. Si può partecipare presentando, entro il 31 marzo, un elaborato (saggio breve, poesia o racconto) sul tema "Dietro le sbarre".
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