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No della Coldiretti all’allargamento dei confini del Moscato Docg. E’ la posizione espressa dalla Coldiretti Piemonte a seguito della riunione che si è tenuta con il Consorzio di tutela e l’Associazione Comuni del Moscato.

"Dalla nostra base associativa non è emersa la necessità di allargare i confini in quanto mettere mano ad una modifica del genere, significherebbe creare un precedente. Sarebbe difficilmente gestibile, poi, tenendo conto delle possibili richieste che potrebbero manifestarsi da parte di altre realtà analoghe", spiega Monica Monticone, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore vitivinicolo.

"Oltretutto, nell’area di produzione attualmente definita, che conta circa 10mila ettari coltivati a Moscato in 51 comuni delle province tra Asti, Alessandria e Cuneo, ci sono ancora margini per ampliare la produttività e coltivare nuovi terreni - aggiungono Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Il mondo del vino ora deve affrontare sfide ben più difficili e complicate, dalle etichette allarmistiche ai prodotti dealcolati e difendere un patrimonio rappresentativo del made in Italy da approcci ideologici".

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