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Perseguita una sua ex dipendente per ragioni economiche e dopo una prima condanna riprende a bersagliarla con telefonate continue accompagnate anche da minacce esplicite. Oggi per l’uomo è arrivata la seconda condanna: cinque mesi in continuazione con i sei mesi e 20 giorni della sentenza precedente (irrevocabile dal 2022). Il caso è stato portato al vaglio del tribunale di Torino.
L’imputato è un ex immobiliarista di 61 anni residente in un Comune della provincia. Secondo il capo d’accusa solo tra il marzo e l’aprile del 2023, quando riprese la sua presunta persecuzione, avrebbe telefonato alla donna 61 volte; a ottobre lasciò un lungo messaggio audio in cui le disse "vali meno di un proiettile".
"E’ allarmante - ha detto in aula la rappresentante della pubblica accusa - vedere che nonostante una sentenza recente l’uomo avesse ripreso, senza motivo, le medesime condotte".
"La mia assistita - ha sottolineato il legale della parte civile, l’avvocato Emanuela Surace - vorrebbe solo essere lasciata in pace e non sentire più parlare del suo ex datore di lavoro. Bisognerebbe fare in modo che l’uomo, magari con l’aiuto di un medico, capisse che nessuno ce l’ha con lui".
L’immobiliare dell’imputato entrò in crisi dopo l’acquisto di un ex convento: il progetto di trasformarlo in un complesso di uffici e di appartamenti non andò in porto per varie ragioni. La donna aveva intrapreso una iniziativa giudiziaria per ottenere due anni di stipendi arretrati. In seguito la società fu dichiarata fallita.
La pubblica accusa aveva chiesto un anno e sei mesi. L’avvocato difensore, Simone Balsamo, ha ottenuto che la condanna fosse in continuazione con la precedente. Sono rimaste in vigore delle misure restrittive come il divieto di avvicinamento. 

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