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Incendi dolosi, omesse bonifiche, sversamenti di sostanze nocive nei laghi e nei fiumi, uccisione di specie protette e ancora traffico e smaltimento illecito di rifiuti. In Piemonte, Cuneo è la provincia con maggior numero di reati ambientali, seguita da Torino e Alessandria. E’ quanto emerge dal Rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente.
Nel 2024 in Piemonte sono stati registrati 1.659 reati ambientali (+22% rispetto al 2023), con 1.638 persone denunciate (+29%) e 231 sequestri (-2%). Le province con le cifre più alte risultano Cuneo, con 356 reati (+61% rispetto all’anno precedente), Torino con 332 (+14%) e Alessandria con 159 (+39%). In particolare, Torino concentra quasi la metà dei sequestri regionali (107 su 231), seguita da Alessandria e Cuneo. Nelle altre province i numeri si mantengono più contenuti: il Verbano-Cusio-Ossola ha registrato 101 reati, Novara 97, Asti 82, Vercelli 62 e Biella 52.
Dal report di Legambiente emerge un forte incremento dei reati relativi alla gestione dei rifiuti (681 illeciti penali, + 46% rispetto al 2023) e del 21% di quelli relativi al ciclo illegale del cemento, con 649 reati. In entrambi i casi, la crescita è superiore all’incremento medio registrato in tutto il Paese. Restano stabili invece i reati contro gli animali, che sono stati 164.
"Il rapporto - afferma Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta- ci consegna un dato chiaro: i crimini ambientali in Italia crescono. Nel 2024 abbiamo registrato oltre 111 reati al giorno, per un giro d’affari da 9,3 miliardi di euro. E il Piemonte non ne è immune. Dietro questi dati ci sono discariche abusive, cantieri irregolari, incendi sospetti. E in alcuni casi infiltrazioni mafiose. La nostra posizione è netta: senza legalità non c’è giustizia ambientale e sociale".

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