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L’Alta Langa docg, scelto dalla Regione come ’Vino piemontese dell’anno’, ha superato nell’ultimo anno 1,8 milioni di bottiglie commercializzate, ma ha un potenziale per arrivare a 3,2 milioni, dato relativo alla vendemmia 2024. A fare il punto, nella giornata della ’Prima dell’Alta Langa’, il direttore del Consorzio Paolo Rossino che ha ripercorso le tappe, a partire dal 1993 quando furono avviati i vigneti sperimentali su 57 ettari". Oggi le case spumantiere associate al Consorzio sono 85, "il 90% dei produttori di Alta Langa", gli ettari coltivati sono 480 nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo; l’export rappresenta il 15%.
"Il sostegno e la collaborazione con la Regione Piemonte è fondamentale per fare crescere gli ettari vitati e per la crescita della produzione e dell’export", ha aggiunto Rossino.


Come ’Vino dell’anno’, l’Alta Langa Docg sarà per tutto il 2025 l’ambasciatore dei prodotti d’eccellenza del Piemonte. "Un riconoscimento che non è solo un premio al vino, ma a tutti i produttori, alle loro aziende. L’Alta Langa ha iniziato tanti anni fa una scommessa, oggi è un vino di alto livello ma resta fondamentale il supporto della Regione per proseguire nella sfida. L’Alta Langa (docg dal 2011, ndr) è il metodo classico più antico d’Italia, nato in Piemonte a metà dell’800. E’ l’unica denominazione piemontese dedicata al metodo classico, frutto di una lunga sperimentazione, un percorso ambizioso nel quale la Regione ha giocato un ruolo da protagonista".
Alla ’Prima dell’Alta Langa’, alla Nuvola Lavazza di Torino, erano presenti 82 produttori che hanno portato oltre 180 cuvée per la degustazione, non aperta al pubblico 

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