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Il comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura, pur stigmatizzando l’attacco intimidatorio di cui è stata vittima la procuratrice generale di Torino Lucia Musti nei giorni scorsi, non ha ritenuto tecnicamente sussistenti i presupposti per aprire una pratica a tutela in quanto i comportamenti segnalati non sarebbero "lesivi del prestigio e dell’indipendenza della magistratura" come richiesto dall’articolo 36 del regolamento interno del Csm. Sono invece oggetto di urgenti e opportune misure a tutela della incolumità del singolo magistrato da parte dalle competenti autorità.
In questo senso si è espresso il comitato di presidenza di Palazzo Bachelet dopo la richiesta di una pratica a tutela della Pg Musti chiesta da tutti i consiglieri togati e molti laici a seguito degli attacchi venuti dai neocomunisti di N-Pci.