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"Non abbiamo alcuna responsabilità in questa vicenda, vogliamo bene a quella bambina e abbiamo cercato di aiutarla in ogni modo possibile". Così si difende l’uomo accusato di aver accolto in casa sua, nella periferia nord di Torino, la piccola arrivata in Italia dal Marocco in circostanze drammatiche: trasportata su una nave dentro una busta della spesa quando aveva solo due mesi.
Secondo l’accusa, la madre naturale avrebbe affidato la bambina a una coppia, ora sotto processo per immigrazione clandestina. L’uomo, di origini marocchine e residente a Torino da trent’anni, insieme alla moglie è invece accusato di favoreggiamento. Afferma di essersi preso cura della piccola solo per aiutare la madre, che lavora in un bar e non poteva occuparsene.
"Non sapevo nulla della sua situazione legale, altrimenti non avrei mai accettato di ospitarla nemmeno per un giorno", racconta l’uomo, meccanico e commerciante d’auto, in un video pubblicato da La Stampa. Sostiene inoltre di aver provato a regolarizzare la bambina, ottenendo anche una delega dalla madre per occuparsene.
"Mi manca moltissimo, da quando l’hanno portata via non riesco più a dormire. Ci accusano di averla rapita, ma noi volevamo solo darle una casa", prosegue, raccontando di aver speso quasi mille euro tra passeggini, giochi e pannolini per garantirle il necessario. "Perché non possiamo adottarla? Perché non possiamo riaverla con noi?", si domanda con amarezza.