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Il trasporto delle merci in Piemonte sta affrontando una crisi sempre più grave. Questo allarme è stato lanciato durante un incontro della commissione Trasporti del Consiglio regionale con l’Associazione ex parlamentari della Repubblica - coordinamento Piemonte e Valle d’Aosta, come riportato in una nota ufficiale del Consiglio regionale.

Il principale problema individuato riguarda l’aumento del traffico su gomma, che sta portando alla saturazione dei principali valichi alpini, con particolare attenzione a quello di Ventimiglia.

"Sulle Alpi si rischia una congestione insostenibile", hanno dichiarato Sergio Rogna Manassero e Luciano Craveri, rispettivamente coordinatore e vicecoordinatore dell’associazione. Nel Nord Est e al confine con la Svizzera, sono state adottate misure per incentivare il trasporto ferroviario a discapito di quello su strada. Tuttavia, con l’infrastruttura della Torino-Lione prevista solo per il 2035, la situazione attuale si presenta come una vera e propria "traversata del deserto". Il valico di Ventimiglia è ormai al limite, il Frejus continua a presentare difficoltà di accesso e il tunnel del Monte Bianco, il cui raddoppio è ancora in sospeso, dovrà affrontare chiusure periodiche di tre mesi all’anno per i prossimi venti anni per lavori di manutenzione.

L’esperto Giancarlo Bertalero ha illustrato numeri preoccupanti: ogni anno, attraverso l’arco alpino, transitano circa 12 milioni di mezzi pesanti e oltre 130 mila treni merci, trasportando complessivamente 220 milioni di tonnellate di merci. Nel 1984 si registrava un equilibrio tra trasporto stradale e ferroviario, ma nel 2021 il traffico su gomma è aumentato del 240%, mentre quello su ferro del 75%. Questo significa che la crescita del trasporto merci è stata quasi interamente assorbita dalla rete stradale.

Ventimiglia è diventato un punto critico, con un traffico annuo di oltre 1,6 milioni di mezzi pesanti, un numero simile a quello del Frejus e del Monte Bianco sommati. Ciò è dovuto al fatto che il transito attraverso questo valico è gratuito, a differenza degli altri tunnel alpini.

Se si confronta la situazione italiana con quella di Svizzera e Austria, emerge un netto squilibrio: nei due paesi il trasporto ferroviario rappresenta rispettivamente il 70% e il 30% del traffico transfrontaliero, mentre in Piemonte e Valle d’Aosta la dipendenza dalla gomma espone il sistema a rischi elevati. Un solo incidente a un valico potrebbe paralizzare completamente la mobilità delle merci, con pesanti ripercussioni economiche a livello nazionale.

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