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La procura di Torino ha chiesto una condanna a tre anni di reclusione per un carabiniere imputato per maltrattamenti nei confronti della moglie. Secondo quanto emerso durante il processo, la donna avrebbe subito per anni un clima familiare segnato da litigi, minacce e violenze fisiche.

Durante una delle udienze, la moglie ha raccontato episodi di quotidiana tensione, citando in particolare una sera in cui fu aggredita verbalmente e fisicamente dal marito per aver espresso simpatia per il Napoli durante una partita della Juventus, squadra di cui l’uomo è tifoso.

A rafforzare la versione della vittima, secondo il pubblico ministero, ci sono le testimonianze dei due figli della coppia. Uno di loro ha dichiarato di aver vissuto costantemente in uno stato di ansia per la paura che accadesse qualcosa di grave. In aula ha anche ricordato un episodio in cui il padre reagì con rabbia e urla alla notizia della sua vaccinazione contro il Covid, esprimendo posizioni contrarie ai vaccini.

Il carabiniere, dal canto suo, si è difeso sostenendo di essere lui la parte lesa e di soffrire di disturbi nervosi causati, a suo dire, dal comportamento della moglie. Tuttavia, il pubblico ministero ha contestato questa versione, portando prove documentali che attestano la presenza di quei disturbi già dal 1989, dunque ben prima dell’inizio della relazione con la donna.

La moglie si è costituita parte civile nel processo, assistita dall’avvocata Alessandra Lentini.

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