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Una "roulette russa" del tutto insensata e senza un perché: così i giudici del tribunale di Torino inquadrano il caso del lancio della bicicletta dal bastione del Murazzi del Po, che nel gennaio del 2023 ferì lo studente palermitano Mauro Glorioso. L’occasione sono le motivazioni della sentenza di condanna a sedici anni di carcere per concorso in tentato omicidio, inflitta lo scorso 9 gennaio, di una delle componenti del gruppo. "È come se i cinque imputati - si legge nel documento - avessero insensatamente giocato a una sorta di ’roulette russa’. Tutti sanno che il lancio possa essere fatale e mortale, e agiscono ugualmente con sconcertante indifferenza". "La verità - aggiungono i giudici - è che si è di fronte alla totale assenza di motivi. Non solo perché gli imputati non ne hanno forniti, ma perché è la stessa dinamica a denunciare inesorabilmente che non c’è una risposta alla domanda, essenziale e ostinata, del padre di Mauro Glorioso: perché?". I tre imputati (due ragazzi e una ragazza) che all’epoca non avevano ancora compiuto i 18 anni sono già stati condannati in via definitiva dalla giustizia minorile a pene comprese fra i 9 anni e 9 mesi e 6 anni e 8 mesi. Lo scorso 4 gennaio a un quarto imputato, maggiorenne, sono stati inflitti 16 anni di carcere: non sono state concesse le attenuanti generiche.