Aggressione a Torino: due giovani picchiati da una baby-gang

Tre immagini forti che mostrano i volti tumefatti e segnati dai lividi, accompagnate da un post accorato sui social: così Mattia ha deciso di raccontare quanto accaduto a lui e a Dani nel cuore di Torino, in via Po. I due ragazzi sono stati vittime di una violenta aggressione nella notte di venerdì, assaliti da un gruppo di sconosciuti senza alcun apparente motivo, se non quello – scrive Mattia – tipico delle cosiddette baby-gang: “Un branco formato per colmare vite vuote, senza empatia né educazione trasmesse dalle famiglie, che trova forza solo nella violenza collettiva”.

Nel suo sfogo, Mattia punta il dito anche contro il clima politico italiano, accusando il governo di alimentare messaggi di odio e discriminazione: “Si parla tanto dei feti mai nati, come se valessero più delle vite umane delle minoranze, di chi ogni giorno cerca di sopravvivere in uno Stato corrotto”.

Nonostante la paura e le ferite, i due giovani non si sono lasciati abbattere: “Io e Dani stiamo bene, i lividi passeranno. Le cicatrici resteranno a ricordarci per cosa stiamo lottando”. La loro scelta di condividere le immagini e la loro storia nasce dalla volontà di sensibilizzare l’opinione pubblica: “Parlatene, condividete. Forse un giorno lo Stato riuscirà a fermare queste bande di sedicenni fuori controllo. Nel frattempo, fate attenzione e proteggetevi”.

Originari dell’Italia ma attualmente residenti in Germania, i due ragazzi concludono amaramente: “Siamo felici di poter tornare a casa, ma con dispiacere non torneremo a Torino per un po’”.

In seguito alla denuncia pubblica, è intervenuto anche l’assessore ai diritti della Città di Torino, Jacopo Rosatelli, che ha espresso piena solidarietà alle vittime: “Un’aggressione omofoba come questa ci ricorda quanto sia necessario continuare a combattere l’odio verso la comunità LGBTQ+. La Città conferma il proprio impegno nel contrastare ogni forma di pregiudizio e discriminazione. È fondamentale che venga approvata una legge che tuteli in modo efficace contro i crimini d’odio”.