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I cinghiali continuano a rappresentare un serio problema per l’agricoltura, rovistando nel terreno alla ricerca di semi d’erba e danneggiando anche i campi destinati al foraggio. Questo comportamento non solo rovina i raccolti, ma compromette anche la qualità del cibo per il bestiame: mescolando terra e fieno, il foraggio diventa inutilizzabile e addirittura dannoso per gli altri animali.
Nel corso dell’ultimo anno, gli agricoltori hanno inoltrato oltre 3.000 richieste di risarcimento per danni causati dai cinghiali. Questi rappresentano circa il 70% di tutti i danni arrecati dalla fauna selvatica, con un costo complessivo che ha superato i 4,5 milioni di euro. Per affrontare la situazione, la Regione ha avviato un piano di abbattimento controllato che prevede la rimozione di 14.630 esemplari.
Il piano di contenimento ha anche lo scopo di prevenire la diffusione della peste suina africana, una malattia infettiva che, sebbene non sia ancora arrivata nel cuneese, è ormai vicina. L’eventuale comparsa del virus comporterebbe l’abbattimento di migliaia di suini negli allevamenti, con gravi conseguenze economiche per il settore. L’intervento regionale si affianca alle attività di controllo già attuate dalle province e sarà in vigore fino al 15 marzo 2026. Tuttavia, nelle aree dove la peste suina è già presente, le battute di caccia non saranno consentite per evitare che gli animali si disperdano e contribuiscano alla diffusione del virus.