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Si conclude con un’assoluzione una condanna il processo a una ’baby gang’ che per un periodo avevano imperversato sui treni tra Mondovì e Ceva, nel Cuneese. Due cugini di Lesegno, un 22enne e un 21enne, italiani, erano accusati entrambi di minaccia: per il più giovane, poi assolto per non aver commesso il fatto, c’era anche un’imputazione di interruzione di pubblico servizio.

L’altro è stato condannato a sei mesi, oltre al pagamento di un risarcimento a Trenitalia e a due dipendenti che si sono costituiti in giudizio.
I due cugini erano stati individuati come presunti artefici di una grave minaccia a una giovane capotreno che aveva querelato un altro membro del gruppo, pochi mesi prima.

"Volevano vendicarsi" conferma una capostazione. A un macchinista avrebbero addirittura mostrato la foto del profilo Facebook della donna, chiedendo informazioni su di lei e aggiungendo: "Stai attento, se non ci fai salire stasera vi aspettiamo qua".
Per il pubblico ministero si trattava di "una spedizione punitiva". Molteplici gli episodi menzionati dai ferrovieri, risalenti al 2022. "Avevo paura anche a tornare a casa" ha ammesso una capostazione: "Ho ricevuto più volte minacce verbali, allusioni su dove abitavo".
Entrambi gli imputati hanno negato gli addebiti. Il 21enne, in particolare, si è discolpato affermando che in quello stesso periodo si trovava ai domiciliari.

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