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Durante la seconda udienza del processo per il tragico crollo della gru e dell’autogru avvenuto il 18 dicembre 2021 in via Genova a Torino, che costò la vita a tre operai, sono state affrontate alcune delle presunte irregolarità che precedettero l’apertura del cantiere. Al centro dell’attenzione vi sono cinque imputati, chiamati a rispondere, con responsabilità diverse, di cooperazione in disastro colposo e omicidio colposo.
Nel corso dell’udienza, hanno deposto i funzionari della polizia giudiziaria, dell’Asl e dello Spresal che condussero le indagini. Il cantiere era stato avviato per effettuare interventi di manutenzione straordinaria in un condominio. L’amministratore dello stabile, non coinvolto nel procedimento, affidò i lavori alla ditta Fiammengo, la quale si rivolse a Locagru per il noleggio della gru necessaria alle operazioni. L’installazione fu poi eseguita dalla ditta Calabrese, che utilizzò una propria autogru.
Dalle testimonianze è emersa una grave mancanza di coordinamento: il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) non venne mai inviato alla Calabrese, che a sua volta non lo richiese. Inoltre, le altre aziende coinvolte non domandarono alla Calabrese la consegna del proprio Piano Operativo di Sicurezza (POS). Come sottolineato dal pubblico ministero Giorgio Nicola, la documentazione presenta numerose “contraddizioni”.
Leonardo S., funzionario dell’Asl 5, ha ribadito in aula l’importanza della corretta trasmissione dei documenti in ogni cantiere, evidenziando che anche le operazioni apparentemente secondarie, come il trasporto del calcestruzzo, devono essere pianificate. In questo caso, però, l’analisi delle fasi di montaggio e smontaggio della gru si è rivelata inadeguata.
Un’ulteriore criticità è emersa riguardo all’occupazione del suolo pubblico. Il POS di Locagru prevedeva la chiusura completa della strada, ma il Comune decise di mantenere un corridoio libero per il transito dei mezzi pubblici. Tuttavia, gli oneri per l’occupazione furono calcolati come se la chiusura fosse stata totale, circostanza che portò successivamente a un rimborso. Nonostante ciò, nessun dipendente comunale è stato finora coinvolto nel procedimento.
L’udienza ha messo in luce una gestione frammentaria e poco coordinata delle fasi preliminari del cantiere, che potrebbero aver contribuito alla tragedia. Il processo proseguirà nei prossimi mesi per fare piena luce sulle responsabilità.