Condividi:
"Dal 2019 il Salone del libro è privato. Abbiamo noi il rischio d’impresa e l’80% di quello che vedete arriva dall’attività commerciale verso gli stand, dalla biglietteria, da altri piccoli prodotti commerciali e dai partner privati con i quali sviluppiamo progetti. Naturalmente il Salone ha una missione pubblica, è un bene di tutti e lavoriamo con le istituzioni sulla base di progetti". E’ la precisazione di Silvio Viale, presidente dell’Associazione Torino, la Città del libro, in merito alla governance del Salone del Libro, alla vigilia della chiusura della trentasettesima edizione. Una puntualizzazione che Viale ci ha tenuto a fare dopo le voci degli ultimi giorni sul rafforzamento del coinvolgimento del ministero della cultura.
"Lavoriamo con le istituzioni la Regione, il Comune di Torino e il ministero della Cultura con cui in questa edizione - ha sottolineato Viale - abbiamo organizzato 53 appuntamenti dedicati alla promozione della lettura. La cabina di regia l’abbiamo chiesta noi perché non vogliamo decidere da soli sull’utilizzo delle risorse pubbliche, ma non possiamo neanche subire le decisioni perché il rischio d’impresa è nostro". Oggi l’Associazione Torino, la Città del libro mette tra i 10 e gli 11 milioni di euro, la Regione 1,3 milioni veicolati attraverso la Fondazione Circolo dei Lettori, il Comune 750.000 euro attraverso la Fondazione per la Cultura, il Mic 250.000 euro (cifra che, ha spiegato il ministro Alessandro Giuli, potrebbe aumentare)