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Il Consiglio regionale del Piemonte ha preso posizione contro la decisione di ridurre l’offerta formativa all’interno del carcere torinese Lorusso e Cotugno. A partire dal prossimo anno scolastico, infatti, è previsto il taglio dei primi due anni del liceo artistico attivo nella struttura penitenziaria. Una scelta che ha suscitato forti critiche e che ha spinto l’Aula ad approvare, con il sostegno della giunta, un ordine del giorno presentato dal Partito Democratico – all’opposizione – volto a contrastare questa misura.

Il documento approvato chiede all’esecutivo regionale di attivarsi per ottenere l’annullamento dei tagli programmati e di istituire un tavolo permanente di confronto sull’istruzione nelle carceri.

Secondo Gianna Pentenero, capogruppo del PD, insieme a Daniele Valle – primo firmatario dell’iniziativa – e a Emanuela Verzella, vicepresidente della Commissione Istruzione, la riduzione dei fondi destinati all’istruzione carceraria rappresenta un grave passo indietro. “Questa scelta – affermano – mette a rischio il percorso rieducativo dei detenuti e ne compromette le possibilità di reinserimento sociale”.

I tre esponenti politici sottolineano che il carcere, per sua stessa natura, deve avere una funzione riabilitativa e non deve ulteriormente penalizzare chi vi è recluso. Garantire un’offerta educativa valida e accessibile significa migliorare le condizioni di vita dei detenuti e fornire loro strumenti concreti per ricostruirsi una vita dopo la detenzione. In particolare, i programmi scolastici rivolti ai giovani rappresentano un’importante leva per prevenire il rischio di recidiva e facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro.

“Servono più investimenti e non tagli – concludono – altrimenti si rischia di svuotare di significato il principio costituzionale del reinserimento. La Regione deve impegnarsi concretamente e in ogni sede per difendere il diritto all’istruzione anche all’interno degli istituti penitenziari”.

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